venerdì 7 giugno 2013
Sette Divinità della Fortuna
Le sette divinità della fortuna (shichifukujin) sono molto popolari in Giappone, ma solo una di loto, Ebisu, è originaria del luogo. Daikokuten, Bishamonten e Benzaiten provengono dall'India, mentre Hotei, Jurojin e Fukurokuju dalla Cina. Fanno tutte parte delle religioni taoista e shintoista.
Il termine collettivo Fukujin (福神) che viene dato a queste divinità, reso in cinese con Fuh Shin (nei dialetti del sud, Fuk Shan), viene generalmente tradotto come “dèi/geni della felicità”.
Il termine fuku (福), significa “prosperità”, “benessere”, “beni terreni”. Ma l’espressione fuku in cinese e in giapponese in particolar modo denota la nozione di lunga vita, salute, benessere, amore della virtù e morte dopo una veneranda età, desideri che vengono denominati i “cinque fuku” o “cinque felicità”.
Questo gruppo di dèi è frutto di un lento processo di assimilazione, che trae la sua origine da varie tradizioni religiose: Buddhismo, Hinduismo, Taoismo e Shintō.
Tale processo, definito con il termine shinbutsu shūgō, è stato generalmente spiegato attraverso la teoria dello honji suijaku, in cui i kami Shintō non sono altro che la manifestazione (suijaku) dei Buddha, la fonte originale (honji) dalla quale essi emergono. Secondo questa teoria è possibile porre in armonia il rapporto tra kami e Buddha e fornire quindi una spiegazione del perché la pratica religiosa giapponese non trova nessun conflitto dottrinale con le diverse istituzioni religiose.
Ma i fattori che hanno contribuito maggiormente a favorire questo processo assimilativo vanno ricercati nella struttura rituale e concettuale che ruota intorno al genze riyaku. Sono i benefici che le divinità offrono ai devoti a rendere possibile la loro fusione e la loro interscambiabilità di status, che si concretizza nella loro capacità, o meglio nella loro specializzazione, nel fornire particolari benefici.
Il risultato di questa fusione ha portato alla sovrapposizione e, in alcuni casi, a confondere l’identità stessa della divinità. Ebisu, ad esempio, risulta avere più di un’identità, in base alla località in cui lo si venera e in base a quali benefici può fornire. Egli viene considerato un ta no kami (dio della risaia) nell’ambiente rurale, mentre viene considerato una forza benefattrice, identificata con svariati oggetti ritrovati o pescati in mare, dai villaggi di pescatori.
EBISU
Ebisu è il dio della fortuna dei pescatori. Generalmente viene rappresentato con un pesce nella mano sinistra e una canna da pesca nella mano destra. Per i giapponesi, amanti del pesce, Ebisu è il dio della fortuna preferito.
Alla fine del XIX secolo, la Japan Beer (azienda che poi prese il nome di Sapporo) vendeva birra chiamata Yebisu (forma arcaica del nome Ebisu, la "y" non si pronuncia) in onore del dio della fortuna. In questo periodo, la Japan Beer aveva la maggior parte delle fabbriche nella zona sud-ovest di Tokyo, così la decisione di costruire una stazione ferroviaria, chiamata Ebisu, per migliorare la distribuzione dei suoi prodotti.
Ebisu, oltre ad essere il dio dei pescatori, è diventato anche il dio dei commercianti e degli agricoltori, che dono soliti tenere luna sua immagine in cucina insieme a quella di Daikokuten.
DAIKOKUTEN
Dio originario dell'India, adottato dalla tradizione giapponese, sostiene e incrementa la ricchezza, il commercio, l'agricoltura e, più concretamente la cucina, poichè è il dio che porta il cibo ala famiglia. Generalmente, viene rappresentato in cima a due mucchi di riso e con il maglio della fortuna nella mano destra.
BENZAITEN
è l'unica donna fra le sette divinità della fortuna. è la protettrice della musica e delle belle arti. I templi dedicati a Benzaiten di solito di trovano vicino al mare (a Enoshima, per esempio) e la dea è rappresentata da una figura di donna molto bella, mentre suona un biwa con vicino uno o più serpenti bianchi. Secondo la leggenda, infatti, Benzaiten si può trasformare in serpente. Molti giapponesi credono che vedere in sogno un serpente bianco porti bene.
HOTEI
è il dio della felicità e proviene dalla tradizione cinese. Grassottello, sorridente e con in spalla un sacco pieno di cianfrusaglie per i poveri.
FUKUROKOJU
Dio della saggezza e della longevità. Solitamente è rappresentato con vicino una tartaruga.
JOROJIN
Dio della longevità di origine cinese. è il più vecchio fra gli dei della fortuna, e viene rappresentato con una lunga barba ed una pergamena in mano, dove si suppone siano scritte le date di morte di ogni eddere vivente.
BISHAMONTEN
Dio della guerra e dei guerrieri, ha il potere di guarire. Generalmente viene rappresentato con un armatura e una spada nella mano destra.
la spiegazione del perché questi dèi sono rappresentati in gruppo di sette. Nel Ninnōkyō (“Sūtra della Saggezza dei Re Benevolenti”) si riporta che il Buddha spiega a un re che egli sta trasmettendo la sua saggezza a tutti i re della terra e non ai monaci, alle monache e agli uomini e alle donne dalla fede pura, perché essi hanno già compreso la sua dottrina. Dato che i re non conoscono la dottrina del Buddha, essi dovranno recitare questo sūtra al fine di eliminare le sette sofferenze da cui sono afflitti e ricevere di conseguenza le sette benedizioni.
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